Isole Tremiti

Isole Tremiti

Distanza 12 miglia marine – Tempo di Percorrenza in traghetto circa 1 ora

Le Isole Tremiti o Diomedèe sono un arcipelago  a 22 km a nord del promontorio del Gargano composto da cinque isole, di cui solo una abitata e con una popolazione di circa 500 abitanti. Sono raggiungibili con collegamenti giornalieri dal Porto di Rodi.  Le isole principali sono San Domino (l’unica popolata), San Nicola (la più grande e sede dei monumenti dell’arcipelago), Capraia (disabitata) e i due isolotti del Cretaccio e La Vecchia e fanno parte del Parco Nazionale del Gargano.  Per la qualità delle sue acque di balneazione sono state più volte insignite della Bandiera Blu, prestigioso riconoscimento della ‘Foundation for Environmental Education’.

Lungo il periplo delle isole si aprono diverse insenature e grotte che si possono scoprire grazie alle escursioni in barca. L’isola di San Domino è la più ricca di vegetazione e, a detta di molti, la più bella dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. L’isola è in parte coperta da una pineta composta quasi esclusivamente da pini d’Aleppo che degrada, in molti punti, fino alle rocce che vanno a strapiombo sul mare. Nel mare presso l’isola Capraia è sommersa dal 1998, alla profondità di circa 14 metri, una statua di Padre Pio alta circa 3 metri, considerata la più grande del mondo. La statua venne creata dallo scultore foggiano Domenico Norcia.

A dispetto delle sue piccole dimensioni e della sua natura selvaggia, le isole Tremiti possono vantare una storia importante ed un ricco bagaglio di miti e leggende.  Secondo la tradizione l’eroe greco Diomede diede vita alle Tremiti gettando in mare tre sassolini raccolti a Troia, questi tornarono a galla sotto forma di isole, su cui poi il condottiero sarebbe morto e sepolto sull’Isola di San Nicola, su cui effettivamente vi è una tomba ellenica. Diomede vi seppellì anche un tesoro che secondo la leggenda servì a costruire l’imponente Abbazia di Santa Maria a Mare intorno al IV secolo, dopo che la Madonna apparve ad un religioso indicandogli il luogo in cui trovare il tesoro con cui edificare il tempio da dedicare al suo culto.  Abitate già dal IV secolo d.C. le isole furono destinate fin da subito alla funzione di colonia penale, dall’Imperatore Augusto a Carlo Magno.

La già citata Abbazia che era alle dipendenze dirette di quella di Montecassino, fu ingrandita ed ebbe il suo massimo splendore intorno al 1100. Nel 1334 fu depredata dal corsaro dalmata Almogavaro che trucidò gran parte dei benedettini che vi erano all’interno e gli stessi decisero di non tornarvi per qualche tempo per timore di altre incursioni. Per qualche secolo recuperò il suo splendore per decadere definitivamente nel 1783 quando il Re di Napoli dichiarò l’isola colonia penale e successivamente concesse alle popolazioni indigenti dei bassifondi napoletani di approfittare della pescosità delle sue acque e di potervisi stabilire in pianta stabile. Per questa ragione ancora oggi sulle isole si parla il dialetto napoletano e non quello del foggiano.

Nel 1911 vi furono deportati 1300 libici oppositori della colonizzazione italiana della loro terra, morirono pochi mesi dopo. In epoca fascista vi furono confinati omosessuali ed oppositori politici, tra cui Sandro Pertini. L’indimenticabile Lucio Dalla, amava a dismisura le Isole Tremiti, tanto da stabilirci la sua dimora estiva e tenerci vari spettacoli. Tra le decine di leggende legate all’arcipelago vi è quella macabra del fantasma di Cretaccio, lo spirito di un deportato che tentò la fuga dalle Tremiti, ma fu arrestato sull’isolotto e decapitato sul posto. Si narra che nelle notti di burrasca il suo fantasma appaia urlante con la testa mozzata tra le mani. Un’altra leggenda riguarda l’Isola della Vecchia, chiamata così proprio perché alcuni pescatori hanno riferito che prima delle tempeste sulla sua superficie sia stato avvistato lo spirito di una vecchietta intenta a filare la lana.